Design, 3D printing e scuole: progetto di tesi

Nel quadro della collaborazione con l’Istituto comprensivo I di Merano (BZ), partner di EDDES, Sabrina Vegetti, studentessa della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano sta sviluppando una tesi che mira a mediare e sperimentare l’inserimento della tecnologia delle stampanti 3D nei processi educativi e didattici delle scuole primarie e secondarie inferiori.

Mentre si insiste ormai da tempo anche in Italia sulla importanza di avvicinare bambini e ragazzi alla conoscenza delle nuove tecnologie – si vedano le linee guida governative per “La Buona Scuola” –, rimane ancora da sperimentare e capire in quali modi questo avvicinamento possa avvenire in concreto, e quali possibilità si possono dischiudere.

In questa ottica, sotto la guida dei relatori Simone Simonelli e Giorgio Camuffo, Sabrina intende esplorare, fra altri aspetti, il ruolo che il designer può avere come mediatore della tecnologia e del suo utilizzo nel contesto scolastico con finalità didattiche e di stimolazione della creatività.

Il contesto reale della scuola e le sue esigenze hanno dunque fornito il punto di partenza.
Durante un primo incontro con la dirigente scolastica, Vally Valbonesi, e con gli insegnanti dell’Istituto afferenti al “Gruppo Spazi” (un comitato interno che, con la collaborazione di Beate Weyland, sta lavorando dal 2013 alla ridefinizione del programma pedagogico dell’Istituto, con particolare riferimento alla relazione fra apprendimento e spazio) è emersa la opportunità sia di far partecipare al progetto classi di diverso livello sia di individuare un tema comune attinente alla questione dello spazio. È stato quindi scelto come tema di lavoro il cortile in quanto spazio comune dell’Istituto, e sono state individuate tre classi partecipanti: una I e una IV elementare, guidate dalle insegnanti Tina Oratore e Lorena Fraschetti, e una III media, guidata dal professor Migliaccio.

A partire da questa cornice, e sulla base di ulteriori confronti con gli insegnanti, Sabrina ha iniziato a sviluppare un percorso di esplorazione e apprendimento – una sorta di grande laboratorio – che prevede diverse attività di analisi e ideazione pensate in relazione alle competenze dei bambini e ragazzi coinvolti, e che sfoceranno nella “progettazione” e produzione con la stampante 3D di elementi e materiali per visualizzare e riflettere sullo spazio e i suoi possibili contenuti.

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