Cambiare il mondo? Miglioriamo la scuola… incontro con il maestro Franco Lorenzoni
20/05/2015
Cercare segni e tracce, per capire, comportandoci come etnografi, la vita di chi abita a Cenci: è questa la richiesta con cui il maestro Franco Lorenzoni ci ha accolti (alcuni componenti del gruppo EDDES e gli studenti del corso di Comunicazione visiva “Come on Kids! 3: Alla ricerca dello spazio perduto”) al nostro arrivo alla sua casa/laboratorio, ad Amelia (Terni). Siamo andati a trovarlo dopo avere intrapreso la lettura del suo libro I bambini pensano grande, affascinante e nitido racconto della sua esperienza con una classe elementare. “Bisogna avere flessibilità e capacità di cogliere quel che viene dai bambini, è qualcosa che ho imparato nel tempo, così come saper collegare e unire, connettere i saperi. In questo modo diventa possibile entrare veramente dentro un tema, e fare emergere suggestioni per lavorare insieme, perché siano i bambini stessi a trovare e fare”, ci spiega. Ci mostra anche materiali e strumenti realizzati quest’anno con i bambini della classe quarta, ragionando con loro sul tema delle costruzioni: il tema, ci racconta, è nato dalla osservazione di una casetta un po’ storta che si trova nel cortile della scuola e dall’obiettivo di ripararla, e si è ampliato via via in altre attività, testimoniate da vari oggetti raccolti o realizzati dai bambini: nidi, oggetti in terracotta, composizioni di elementi naturali. Più tardi seguiamo la classe del maestro in una gita presso un apicoltore, e parliamo con il maestro della mostra che vuole realizzare con i lavori degli alunni. “Per lavorare con i bambini è importante averne rispetto, saper ascoltare. Ma è anche importante fare qualcosa che noi stessi troviamo interessante, in cui crediamo e che ci interessa ricercare, per esempio io sono interessato all’astronomia. Se affrontiamo temi verso i quali non abbiamo motivazione, di cui noi stessi non sentiamo l’urgenza, i bambini se ne accorgono; devono sentire che anche noi stiamo cercando. Bisogna concentrarsi su una piccola cosa, fare in modo che prenda respiro, anziché affannarsi a proporre troppo. Lavorare per sottrazione. È anche importante saper apparecchiare lo spazio per loro, essere preparati.” Dalle parole e soprattutto dai modi del maestro Franco emerge una sensibilità e una esperienza coltivata in oltre trent’anni di lavoro da cui abbiamo molto da imparare. Come racconta nell’intervista realizzata dagli studenti del corso di Comunicazione visive – disponibile qui – l’idea che lo ha sempre guidato è quella di cambiare il mondo, o meglio, di migliorarlo: in questo senso l’educazione può fare più che la rivoluzione con le sue velleità. Ma educare, prima che progettazione, è visione. E la visione del maestro Franco è che la scuola sia “meglio” della società, quale si presenta: laddove la società discrimina, la scuola deve accogliere, laddove la società accelera, la scuola deve saper rallentare, laddove la società offende la cultura, la scuola deve coltivarla… un obiettivo che, come il maestro confessa, non è facile da raggiungere, ma verso il quale è necessario lavorare. |